Descrizione
Si chiude qui il nostro viaggio nei primi anni del XVI° secolo alla scoperta dell’uomo e dell’artista Raffaello Sanzio.
Oggi sentiremo dalla voce di Girolamo che Raffaello, in punto di morte, lasciò a un monsignor Turrini 2.100 ducati d’oro per esaudire due sue grandi volontà. Una ci porterà sulla sua tomba, l’altra a fare una “sana” passeggiata per via de’ Coronari e via di Panico.
Sulla tomba di Raffaello Sanzio appare un epitaffio molto bello di Pietro Bembo, cardinale e poeta che in vita fu molto vicino al giovane artista: «Ille hic est Raphael timuit quo sospite vinci, rerum magna parens et moriente mori» la cui traduzione è «Qui giace Raffaello da lui, quando visse, la natura temette d’essere vinta, ora che egli è morto, teme di morire»
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